Il Problema del numero quattro

110303 Wolf-Erlbruch

Un giorno il numero quattro si stancò di essere pari. I numeri dispari, pensava, sono molto più allegri e spiritosi. E si stancò di quella sua forma un po’ insipida, a sediolina. E si stancò di essere due più due, che tutti lo sanno, e anzi quando tutti vogliono dire una cosa che tutti sanno dicono: Quanto fa due più due?

 

 

Guarda il sette, si diceva, così svelto ed elegante, e il tre così tondo e arguto. Sognava di essere un numero dispari, come il tre, come il cinque, come il sette.

Un problema così il quattro non sapeva risolverlo. Forse non aveva neanche una soluzione. Se ce l’aveva però, il Grande Matematico doveva conoscerla. Così il quattro andò dal Grande Matematico e gli espose il suo caso. Il grande Matematico sorrise. Anche lui una volta avrebbe voluto essere diverso: non un altro, ovviamente, perché voleva rimanere se stesso, ma un po’ più simile al Grande Musicista, o al Grande Regista, o al grande Tennista. Anche lui quindi aveva avuto il problema del quattro e sapeva come affrontarlo.

Lo fece accomodare per terra ( una sedia sarebbe proprio stata inutile ) e cominciò a parlargli.

-Vedi, quattro – disse – non c’è bisogno di diventare diverso, di diventare dispari per esempio, oppure lungo e difficile. Non c’è bisogno perché tu sei già diverso e unico anche se non te ne rendi conto. A te sembra di essere una stupida sediolina che fa due più due e tutti lo sanno, e invece ci sono cose in te che nessun altro ha, cose molto speciali. Per esempio, tu sei due più due, ma anche due per due e anche due alla seconda. E questo è un fatto del tutto straordinario. Tre più tre non è anche tre per tre e tanto meno tre alla terza! E poi tu che tanto ammiri il tre, non ti rendi conto che esso è già dentro di te, perché è vero che tu sei due più due, ma è anche vero che tu sei tre più uno, i primi numeri dispari di tutta l’infinita catena numerica. -

A quel punto il numero quattro si sentiva abbastanza confuso e anche un po’ turbato, perché quella faccenda di avere già in se ciò che cercava all’esterno gli sembrava una cosa davvero importante e su cui pensarci su. Pregò il Grande Matematico di smettere e se ne andò. Da allora il numero quattro ha capito di contare molto più di quel che credeva e ogni giorno scopre di essere sempre diverso e di piacersi così.

Tratto da:

Filosofia in cinquantantadue favole di Ermanno Bencivenga

Adattamento: Marzia Stano

Illustrazione: Wolf Erlbruch

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